In un mondo che per anni ha badato solo al proprio progresso utilizzando scriteriatamente tutte le risorse che madre natura ha messo a disposizione, oggi ci si chiede cosa sarà del domani, cosa sarà delle generazioni future. Effettivamente la domanda è d’obbligo. Cosa stiamo lasciando ai nostri figli? Ebbene – i recenti cambiamenti climatici lo dimostrano – la nostra eredità sarà un pianeta assolutamente compromesso.
Certo, non tutto è perduto ed in ogni settore si può far qualcosa per recuperare il recuperabile, puntando ad una produzione che rispetti l’ambiente e le risorse che questo ci mette a disposizione; in altre parole bisogna puntare ad uno sviluppo sostenibile.
Neppure il settore dell’arredamento può sottrarsi a questo dovere morale. Così nasce la nostra filosofia “green”, che punta ad una ricerca attualissima di design sfruttando processi produttivi razionali e puntando su materiali riciclabili o su oggetti di uso comune, realizzati con materiali non riciclabili, che hanno già visto finire il proprio ciclo di vita ed ora trovano una nuova alba nelle nostre collezioni.
Il materiale principe della collezione di tavoli è l’alluminio: bello, duttile, versatile, resistente e riciclabile praticamente all’infinito.
Ad impatto ambientale praticamente nullo. Come non restare affascinati da questo materiale amico dell’ambiente che può essere plasmato in infinite forme e lavorato con innumerevoli finiture, per diventare esattamente ciò che il designer vuole che sia? Tra l’altro, progettare con una filosofia eco-sostenibile che presta attenzione al rispetto per l’ambiente non vuol certo significare abbandonare la ricerca tecnologica.
I tavoli di questa collezione sono infatti realizzati con un innovativo sistema di fissaggio tra piano e base che sfrutta il velcro “Binder”, un sistema di tenuta performante ed innovativo.
E mentre il mondo continua a produrre oggetti destinati alla discarica a fine ciclo di vita, designer estrosi e consapevoli della propria missione sociale riescono ad andare oltre la mera funzionalità nativa di questi oggetti ed a reinventarli in un nuovo uso, una nuova veste all’interno di un nuovo contesto.
Così vecchie cinture di sicurezza recuperate tra le lamiere di un demolitore di veicoli – opportunamente sanificate – divengono dettagli di carattere di pezzi d’arredamento unici nel loro genere, belli, innovativi e accattivanti, ma soprattutto ambientalmente sostenibili.
Ecco che la coscienza ambientale positiva fluisce naturalmente dal designer al compratore, il quale acquisisce una nuova consapevolezza ambientale che – ci si augura – riverserà anche nella propria vita e nella propria attività lavorativa, generando un circolo virtuoso e creando un mondo migliore.
Il passaggio da utopia a favola-a-lieto-fine dipende solo dall’impegno quotidiano di tutti gli attori sul palcoscenico della terra.